Carissima figliuola in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e
schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue
suo; con desiderio di vedervi portare realmente ci che il nostro
dolce Salvatore vi permette.
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E a questo conoscer la Vita eterna, che tu l'ami; per che altro
segno non gli possiamo dare del nostro amore se non di amare
caritativamente ogni creatura che ha in s ragione, e di portare con
vera e reale pazienza fino alla morte; non eleggendo luogo n tempo
a modo nostro, ma a modo di Dio, che non cerca n vuole altro che la
nostra santificazione.
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Troppo sarebbe grande ignoranza, che noi infermi domandassimo
la medicina al nostro medico Cristo, ce la desse secondo il nostro
piacere, e non secondo la sua volont; che vede e conosce quello che
ci bisogna.
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Onde io voglio che tu sappi, figliuola mia, che ci che Dio ci d
e permette in questa vita, lo fa o per necessit della salute
nostra, o per accrescimento di perfezione: e per dobbiamo umilmente
e con pazienza portare, e con riverenza ricevere, aprendo l'occhio
dell'intelletto a guardare con quanta carit e fuoco d'amore egli ce
la d.
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E vedendo che Egli d per amore, e non per odio, per amore le
riceveremo. E tanto c' di necessit questa virt della pazienza, che
ce la conviene procacciare a ci che non perdiamo il frutto delle
nostre fatiche. E ci dobbiamo levare dalla negligenza, e con
sollecitudine andare col dove ella si trova.
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E dove si trova? In Cristo crocifisso. Perch tanta fu la
pazienza sua, che il grido suo non fu udito per alcuna
mormorazione. I Giudei gridavano: Crucifige, ed egli gridava:
Padre, perdona a costoro che mi crocifiggono, perch non sanno che
si fanno!. O pazienza! che ci desti vita, cio, che portando le
nostre iniquit con pazienza, le ponesti in sul legno della Croce
sopra il corpo tuo!
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Col sangue suo lav la faccia dell'anima nostra; nel sangue
sparto con tanto fuoco d'amore, con vera pazienza, ci cre a Grazia;
il sangue ricoperse la nostra nudit perch ci rivest di Grazia; nel
caldo del sangue distrusse il ghiaccio e riscald la tiepidezza
dell'uomo;
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nel sangue cadde la tenebra e ci don la luce, nel sangue si
consum l'amore proprio, cio che l'anima che guarda s essere amata
nel sangue, ha materia di levarsi dal miserabile amore proprio di s
ed amare il suo Redentore che con tanto fuoco d'amore ha data la
vita, corso, come innamorato, alla obbrobriosa morte della
Croce.
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Il sangue c' fatto beveraggio a chi lo vuole, e la carne cibo:
per che nessuno modo si vuole saziare l'appetito dell'uomo, n
togliersi la fame e la sete se non nel sangue. Ch, perch l'uomo
possedesse tutto quanto il mondo non si pu saziare per che le cose
del mondo sono meno di lui: onde di cosa meno di s saziare non si
potrebbe.
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Ma solo nel sangue si pu saziare, per che il sangue intriso e
impastato con la Deit eterna. Natura infinita, maggiore che l'uomo.
E per l'uomo ne sazia il desiderio suo, e col fuoco della divina
carit; per che per amore fu sparso.
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Questo sangue fu dato a noi abbondantemente: onde l'ottavo d
dopo la sua nativit fu spillata la botticella del corpo suo, quando
fu circonciso, ma era s poco, che anco non saziava la creatura: ma
al tempo della Croce si mise la canna nel costato suo, e Longino ne
fu strumento, quando gli aperse il cuore.
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Votata questa botte della vita del corpo suo, separandosi
l'anima da esso corpo; il sangue fu messo a mano, bandito con la
tromba della misericordia e col trombatore del fuoco dello Spirito
Santo, che chiunque vuole di questo sangue, vada per esso.
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Dove? A questa botte medesima, Cristo crocifisso; seguendo la
dottrina e la via sua. Quale la sua dottrina? Amare l'onore di Dio
e la salute dell'anime; e con pena, forza e violenza della propria
sensualit acquistare la virt.
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Che via ha a tenere chi vuole giungere al luogo e alla dottrina
per avere il sangue? E che vasello e lume gli conviene avere? Dico
il lume della santissima fede, la quale fede la pupilla che sta
nell'occhio dell'intelletto.
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Per che se l'anima non avesse questo glorioso lume, smarrirebbe
la via, siccome fanno gli uomini del mondo, che hanno accecato
l'occhio dell'intelletto dalla nuvola del proprio amore e tenerezza
di s, e per vanno per la tenebra come abbacinati. Costoro spregiano
e schifano il sangue, non tanto che vadano per esso.
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Ci conviene dunque avere il lume, come detto , e tenere per la
via del vero conoscimento di noi medesimi e del conoscimento della
bont di Dio in noi con odio del vizio e amore nella virt. Questa
una via ed una cosa, dove l'anima conosce ed impara la dottrina di
Cristo crocifisso. In questa casa del conoscimento di noi e di Dio,
troviamo il sangue, dove noi troviamo lavata la faccia dell'anima
nostra.
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Che vasello ci conviene portare? Dico che il vasello del cuore;
acciocch come spugna, mettendo l'affetto del cuore nel sangue,
tragga a s il sangue e l'ardore della carit con che fu sparso. E
allora l'anima s'inebria.
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Poi che ha avuto il lume, ed andata per la via, seguendo la
dottrina di Cristo crocifisso; e giunta al luogo, ed empito il
vasello, gusta un cibo di pazienza, un odore di virt, un desiderio
di sostenere, che non pare che si possa saziare di portare croce
per Cristo crocifisso.
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E fa come l'ebbro, che quanto pi beve, pi vorrebbe bere; e cos
quest'anima quanto pi porta, pi vorrebbe portare. E il suo
refrigerio le sono le pene, e le lagrime che ha tratte per la
memoria del sangue le sono beveraggio, i sospiri le sono cibo.
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Questa dunque la via e il modo di potere giungere alla Grazia,
e acquistare questa regina della pazienza. Della quale io ti dissi
che io ho desiderato di vederti portare realmente ci che la divina
Bont ti permette, con vera e santa pazienza.
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Non ci ha veramente luogo dove riposare il capo, se non nel
sangue e capo spinato di Cristo crocifisso. Ine dunque gittate
saette d'affocato desiderio e di umili e continue orazioni per
onore di Dio e salute dell'anime. Altro non dico.