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12.00 Lettera 108 Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce

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  • Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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  • Dilettissime e carissime figliuole mie. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi tutte accese e consumate nel fuoco della divina carit, s e per s fatto modo, che ogni amore proprio e freddezza di cuore, e tenebre di mente abbia a cacciare fuori.
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  • Questa la condizione della divina carit; che sempre adopera, e mai non si stanca, siccome l'usuraio sempre guadagna il tempo per lui: se dorme guadagna; se mangia, guadagna, e ci che fa, guadagna, e non perde mai tempo. Questo non fa l'usuraio, ma il tesoro del tempo.
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  • Cos fa la sposa innamorata di Cristo, arsa nella divina carit: sempre guadagna, e mai non sta oziosa. Egli dorme; e la carit lavora, mangiando, dormendo, e vegliando. Ci che fa, d'ogni cosa trae il frutto. O carit piena di letizia, tu sei quella madre che nutri i figliuoli delle virt al petto tuo.
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  • Tu sei ricca sopra ogni ricchezza, in tanto che l'anima, che si veste di te, non pu essere povera. Tu gli doni la bellezza tua, perch la fai una cosa con te; perch, come dice san Giovanni Dio carit; e chi sta in carit, sta in Dio, e Dio in lui.
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  • O figliuole carissime, gaudio e letizia dell'anima mia guardate l'eccellenza e la dignit vostra, la quale riceveste da Dio per mezzo di questa madre della carit. Ch s forte fu l'amore che Dio ebbe alla creatura, che lo mosse a trarre noi di s, e donarci a noi medesimi la immagine e similitudine sua, solo perch noi godessimo e gustassimo lui, e partecipassimo l'eterna sua bellezza.
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  • Non ci fece animali senza intelletto e memoria; ma egli ci diede la memoria a ricevere i benefici suoi, e lo intendimento ad intendere la somma sua eterna volont, la quale non cerca n vuole altro che la nostra santificazione e la volont ad amarla.
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  • Subitoch l'occhio del conoscimento intende la volont del Verbo, che vuole che lo seguiamo per la via della santissima Croce, portando ogni pena, strazi, scherni e rimproveri per Cristo crocifisso, che in noi, che ci conforta;
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  • la volont si leva subito, riscaldata dal fuoco di questa madre della carit, e corre ad amare quello che Dio ama, e odia quello ch'egli odia, in tanto che non vuole cercare n desiderare, n vestirsi d'altro che della somma eterna volont di Dio.
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  • Poich'egli ha inteso e veduto ch'egli non vuole altro che il nostro bene, vede che gli piace, e vuole essere seguito per la via della Croce; contento e gode di ci che Dio permette, o per infermit, o per povert, o ingiuria, o villania, o obbedienza incomportabile e indiscreta.
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  • D'ogni cosa gode ed esulta; e vede che Dio lo permette per sua utilit o perfezione. Non mi meraviglio se ella privata della pena, perch ella ha tolto da s quella cosa che d pena, cio la propria volont, fondata nell'amor proprio, e vestito della volont di Dio, fondata in carit.
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  • E se voi mi diceste: Madre mia, come ci vestiremo? Vi rispondo: con l'odio, e con l'amore. Ch l'amore fa vestire dell'amore; siccome colui che si veste, che per odio ch'egli ha al vestimento vecchio, se lo spoglia, e con l amore si mette il nuovo in dosso.
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  • O il vestimento, figliuole mie, quello che veste? no: anco, l'amore, perch il vestimento per s medesimo non si muterebbe se la creatura non l'avesse preso per amore. Onde potremo ricevere questo odio? solo dal conoscimento di voi medesime, vedendo, voi non essere: il quale toglie ogni superbia, e infonde vera umilt.
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  • Il quale conoscimento fa trovare il lume e la larghezza della bont di Dio, e la salute, e inestimabile carit. Il quale non nascosto a noi: era bene nascosto alla grossit nostra, prima che il Verbo Unigenito Figliuolo di Dio s'incarnasse; ma poich volle essere nostro fratello, vestendosi della grossit della nostra umanit, ci fu manifesto; essendo poi levato in alto acciocch il fuoco dell'amore fosse manifesto a ogni creatura, e tratto fosse il cuore per forza d'amore.
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  • Dunque bene vero che l'amore trasforma, e fa una cosa l'amato con lui che ama. Or sollecite dunque, figliuole mie, a distendere il braccio dell'amore a prendere e riporre nella memoria quello che l'intendimento ha inteso. A questo modo sar adempito il desiderio di Dio e mio in voi, cio, ch'io vi vedr arse e consumate, e vestite del fuoco della divina carit. Fate, fate, che vi nutriate di sangue. Che tosto ne vengono i tempi nostri.
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  • Non vi meravigliate se non siamo venute; ma tosto ne verremo, se piacer alla divina bont. Per alcuna utilit della Chiesa e volont del Padre santo ho sostentato per un poco il mio venire. Vi prego e vi comando, a voi, figliuole e figliuoli, che tutti preghiate e offriate orazioni, santi e dolci desideri dinanzi a Dio per la santa Chiesa, perch molto perseguitata. Non dico pi.
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