A voi, dilettissima e reverenda madre in Cristo Ges, la vostra
indegna Catarina, serva e schiava dei servi di Ges Cristo, mi
raccomando e scrivo a voi, con desiderio di vedervi tutta accesa e
infiammata di dolce e amoroso fuoco di Spirito Santo; considerando
me, che egli quell'amore che toglie ogni tenebra e d perfetta luce;
toglie ogni ignoranza, e d perfetto conoscimento.
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Poich l'anima ch' piena di Spirito Santo, cio del fuoco della
divina carit, sempre conosce, s medesima non essere, e conosce in s
quella cosa che non , cio il peccato; e ogni essere e ogni grazia e
dono spirituale e temporale retribuisce al suo Creatore, parendole
come , aver ricevuto e ricevere ogni cosa per grazia, e non per
debito, n servizio che facesse mai al suo Creatore.
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Questo quel vero conoscimento, venerabile madre, che
arricchisce l'anima; per che le d la maggiore ricchezza che possa
ricevere, cio che, conoscendo s non essere, sguita a mano a mano di
conoscere la bont di Dio in s.
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Nel quale conoscimento nasce una vena di profonda umilt, che
un'acqua graziosa che spegne il fuoco della superbia, e accende il
fuoco della divina e ardentissima carit, il quale riceve per il
conoscimento della bont di Dio in s. Poich l'anima che vede tanto
smisurato amore di Dio verso di s, non pu fare che non ami.
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E perch condizione dell'amore, d'amare ci che ama colui il
quale egli ama, e odiare ci ch'egli odia; subito che noi abbiamo
veduti noi e veduta la divina bont, noi amiamo e odiamo; e non pu
essere che senza questo conoscimento noi possiamo partecipare la
divina Grazia.
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Ch colui che non conosce s, cade in superbia e ogni difetto. E
perch la superbia accieca l'anima e la impoverisce e dissecca,
perch le toglie la grassezza della grazia; non atto questo cotale a
governare s n altrui.
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E per vi dissi che io desideravo di vedervi ripiena del fuoco
dello Spirito Santo; perch vedo io che voi avete a reggere voi i
sudditi vostri; mi pare che abbiate bisogno di grande lume e di
grande e ardentissimo amore verso l'onore di Dio e la salute delle
creature, acciocch non ci cada amore proprio n timore servile;
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ma, spogliata di voi medesima, voi e il figliuolo vostro,
voglio vedervi e sentirvi accesi di questo amoroso fuoco, sicch,
poi ch'abbiamo odiata questa nostra parte sensitiva che sempre
vuole ribellare al suo Creatore, siamo amatori delle virt del dolce
e buono Ges.
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Ma questo amore sapete che non possiamo mostrare senza alcun
mezzo, cio del prossimo nostro: perch sopra questo amore sono
fondati i comandamenti della legge, cio amare Dio sopra ogni cosa,
e il prossimo come s medesimo, d'amore puro e non mercenario; cio
amare noi per Dio, e Dio per Dio, in quanto egli somma bont e degno
d'essere amato, e il prossimo per Dio.
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E veramente, madre carissima, quando l'anima guarda l'Agnello
svenato in sul legno della santissima Croce, per l'amore ineffabile
che egli ha alla sua creatura; concepisce un amore s grande verso
la salute dell'anime, che darebbe se medesima a cento migliaia di
morti per campare un'anima dalla morte eterna.
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E nessun sacrificio potete fare che sia pi piacevole a Dio, che
questo. Ch voi sapete che tanto gli dilett questo cibo, che non si
cur di veruna amaritudine: n pena, n morte, n strazi, n scherni, n
la ingratitudine nostra lo ritrasse che egli non corresse, s come
ebro e innamorato della salute nostra, all'obbrobrio della
santissima Croce.
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Io v'invito dunque, voi e il vostro figliuolo, a questo dolce
cibo. E trovato abbiamo il luogo dove voi lo potete prendere. Il
tempo gi venuto, e maturo il frutto. Il luogo il giardino della
santissima Chiesa.
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In questo giardino si pascono tutti i fedeli cristiani; per che
ine piantato l'albero della Croce, dove si riposa il frutto
dell'Agnello svenato per noi con tanto fuoco d'amore, che dovrebbe
accendere ogni cuore. Oh frutto soavissimo, pieno di gaudio,
letizia e consolazione!
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Quale cuore si potrebbe tenere che non scoppiasse d'amore a
guardare questo dolce e saporoso frutto, cio il dolce e buon Ges,
il quale Dio Padre ha dato per Sposo alla santa Chiesa? Dobbiamo
dunque correre come innamorati, ed essere amatori come fedeli
cristiani, membri legati in questa sposa, corpo mistico.
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Vi prego, per lamore di Cristo crocifisso, che voi sovveniate a
questa Sposa bagnata nel sangue dell'Agnello: ch vedete che ognuno
le fa noia, e Cristiani e Infedeli. E voi sapete che nel tempo del
bisogno si deve mostrare l'amore. La Chiesa ha bisogno, e voi avete
bisogno: ella ha bisogno del vostro aiuto umano, e voi del suo
divino.
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Sappiate che quanto pi le donerete dell'aiuto vostro, pi
parteciperete della divina grazia, fuoco di Spirito Santo che in
essa si contiene. O Sposa dolce, ricomprata del sangue di Cristo,
tu sei di tanta eccellenza, che nessun membro che sia tagliato da
te, pu ricevere n pascersi del frutto detto di sopra.
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Bene c' dunque, venerabile e carissima madre, necessario a voi
ed a me e ad ogni creatura, d'amarla e servirla in ogni tempo, ma
singolarmente al tempo del bisogno. Io misera miserabile, non ho di
che aiutarla: ma se aiuto alcuno il sangue mio le fosse, svenerei
volentieri e aprirei il corpo mio.
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Ma io far cos: che io le dar di quella poca particella che Dio
mi dar, che le sia pro e utile, bench io non ci vedo altra utilit
in me, che io possa dare, se non lacrime e sospiri e continua
orazione. Ma voi, madre, e il signor messer il re vostro figliuolo,
potete aiutarla coll'orazione per santo desiderio, e anco la potete
volontariamente e per amore sovvenire con l'aiuto umano.
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Non schifate dunque, per lamore di Dio, questa fatica; ma
abbracciatela per Cristo crocifisso, e per vostra utilit,
esaltazione e per compimento della vostra salute. E pregate il caro
vostro figliuolo strettamente, che per amare si offri e serva la
santa Chiesa.
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E se il nostro Cristo in terra lo domanda e volesse porgli
questa fatica; pregatelo che accetti fedelmente la sua petizione e
domanda, confortando il Padre santo; e crescergli il santo
proponimento di fare il santo e dolce passaggio sopra i cani
malvagi infedeli che posseggono il nostro; e anco pi, secondo che
intendo, essi ne vengono oltre a pi potere.
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Grande vergogna per certo dei cristiani, di lasciare possedere
quel santo e venerabile luogo, il quale per ragione nostro. Non pi
dunque da tenere occhio; ma, come figliuoli affamati dell'onore del
padre, vi dovete levare e riacquistare il nostro in salute
dell'anime loro e esaltazione della santa Chiesa.
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Fatevi ragione che vi fosse tolta una delle vostre citt: son
certa che porreste ogni rimedio e sforzo che potreste, fino alla
morte, per riacquistare e riavere il vostro. Or cos vi prego che
facciate in sovvenire quello che c' tolto. E tanto pi e con
maggiore sollecitudine dovete attendere a questo, quanto pi si
sovviene all'anime e al luogo: e nella vostra citt sarebbe solo
alla terra.
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Credo che abbiate inteso come i Turchi a pi possa perseguitano
i Cristiani, togliendo le terre della santa Chiesa; per la qual
cosa il Padre santo disposto e apparecchiato a fare un principio di
un santo passaggio sopra di loro.
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E credo, per la bont di Dio, che vi disporrete voi e gli altri
ad aiutarlo e confortarlo sopra questo fatto in ci che potete: e io
ve ne prego e costringo da parte di Cristo crocifisso che ne siate
sollecita e non negligente; sicch questo sia uno strumento a farvi
ricevere e stare nella plenitudine della divina grazia del fuoco
dello Spirito Santo, del quale l'anima mia desidera di vedervi
piena.
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Sappiate, carissima madre, che di questo medesimo che io prego
voi, io n'ho scritto alla Regina di Napoli e a molti altri signori;
e tutti m'hanno risposto bene e graziosamente, offrendo di dare
aiuto coll'avere e colla persona, accesi tutti di grande desiderio
a dare la vita per Cristo; parendo loro mille anni che il santo
Padre rizzi il gonfalone della santissima Croce.
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Spero, per la inestimabile carit di Dio, che tosto lo lever. E
in questo vi prego che seguiate loro. Laudato sia Ges Cristo
crocifisso, e vi riempia della sua santissima grazia. Non dico pi.
Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.